Justin Bieber: la redenzione

La transizione da idolo giovanile ad artista credibile è sempre difficile. Per la femmina di popstar, è spesso preceduta da un brusco cambio di immagine: Miley Cyrus che, nell’ordine, danza attorno a un palofuma salvia e mangia una torta fallica; Selena Gomez e Vanessa Hudgens che fanno un film con Harmony Korine; Britney che viene fotografata da Terry Richardson (e chi altro?) sulla copertina di Rolling Stone e perde gli sponsor pubblicitari. La maturità artistica per la femmina di popstar può arrivare solo dopo quella sessuale, ma il rischio che la critica musicale non prenda sul serio la seconda vita di una popstar cresciuta è alto.

Per il maschio di popstar, all’inizio può essere ancora più complicato. Questo perché l’industria discografica presuppone che la giovane femmina di fan preferisca che il suo idolo resti com’è. Basti pensare al tempo che c’è voluto agli antichi teen idol disneyani Justin Timberlake e Ryan Gosling per guadagnarsi il rispetto della critica e del pubblico adulto, soprattutto maschile. Per diventare uomo, JT ha dovuto strappare le vesti di Janet Jackson in mondovisione e far girare voci sulle sue dimensioni, ma alla fine ce l’ha fatta: il riconoscimento della sua virilità ha coinciso con quello del suo talento. L’ex fidanzata Britney, a quindici anni di distanza e con due figli a carico, deve ancora far vedere le cosce sul palco (a un pubblico di maggioranza gay, peraltro), mentre Timberlake può sedersi al pianoforte. O disegnare accessori per la casa.

Nel caso di Bieber, la transizione sta avvenendo ora, in questo preciso istante. Basta guardare l’ultima copertina di Rolling Stone, con quello strillo pornografico da galera abbinato alla canottiera bianca e il nuovo taglio di capelli. Sulla copertina della rivista americana, Bieber ci era già finito nel 2011, sempre in canottiera e sempre con la fronte libera dall’iconico ciuffo, ma il servizio che l’accompagnava era il tenero ritratto di un adolescente. Un “awww” lungo diverse pagine su un ragazzo ingenuo, confuso e di certo poco colto che aveva opinioni forti su solo due argomenti: paparazzi e swag. Il servizio di Rolling Stone abbinato alla copertina di questi giorni e il profilo di GQ di giugno dovevano essere i riti di passaggio per allargare il pubblico del cantante e, se necessario, deludere qualche fan del passato. Entrambi i giornalisti falliscono nell’intento perché non si trovano davanti un adulto, ma un ragazzino accerchiato da adulti iperprotettivi che, dopo un paio di interviste infelici con dichiarazioni fuori-contesto rimbalzate ovunque, l’hanno istruito a non esprimere pareri su nulla. Nel frattempo esce l’album Believe e ha lo stesso obiettivo di queste copertine: adultizzare Justin. Associandolo a figure non proprio rassicuranti come Nicki Minaj, Drake, Ludacris e Big Sean (più una sfilza di produttori alla moda come Diplo e Hit-Boy) e facendolo cantare almeno di petting, il disco trova l’improbabile equilibrio tra il pubblico tween e i giornalisti in vena di dargli la sufficienza.

Due anni fa, agli albori della Biebermania, il cantante sembrava la giovane promessa della musica brutta. A quei tempi non esisteva il documentario Never Say Never, che è più uno spot commerciale che una preziosa opera di giornalismo musicale, ma permette di correggere alcuni punti: Justin era davvero un bambino prodigio e il talent scout Scooter Braun ci aveva visto lungo. Gli suggerirono di aspettare o bussare alle porte di Disney e Nickelodeon, ma lui decise di promuovere il suo pupillo su YouTube e mandarlo a suonare in tutte le radio locali d’America, soprattutto quelle che d’abitudine non trasmettevano la sua musica. Col passare dei mesi, la fila di ragazzine fuori dagli studi iniziò a paralizzare città intere. Ora quelle ragazzine sono milioni e intasano i server di Twitter, ma vanno limitate più che incoraggiate se si vuole che il cantante raggiunga la maturità e la credibilità artistica accennate in Believe.

Il marchio Bieber ha scelto una transizione graduale e forse è la scelta migliore: si abbassa la voce; si diminuiscono i BPM; si tiene presente che quell’altro Justin è riuscito a passare da Topolino alla boy band a un 8.1 su Pitchfork; si auspica la redenzione. Se tutto va come previsto, presto rideremo dei giorni in un blog su Tumblr lo paragonava a una lesbica.

La classifica: Top 12 GIF animate del 2010

Se un’immagine vale mille parole, una GIF ne vale millemila. Ho cercato in lungo e in largo una classifica delle GIF animate dell’anno e non l’ho trovata. È sorprendente, ma sembra che nessuno finora abbia voluto onorare la grandezza del Graphics Interchange Format alla ricerca del Crying Dawson del 2010. Quindi, ci penso io, perché l’internet premia lo spirito di iniziativa. (E premia anche la pazienza: date un po’ di tempo a questa pagina di caricare tutte le GIF.) Via.

12. Brendan Fraser’s clap

Il contesto: Durante la cerimonia dei Golden Globes di gennaio, Bob De Niro consegna il premio alla carriera a Martin Scorsese facendo una battuta. Tutti ridono, ma Brendan Fraser lo fa così. (video)

Quando usarla: Se qualcuno fa una battuta idiota è l’ideale. Se quel qualcuno ha anche pagato per vedere Puzzole alla riscossa, ancora meglio.

11. Oprah’s Favorite Things: Bees

Il contesto: Ogni anno, Oprah Winfrey dedica una puntata del suo storico programma alle “cose preferite”. Si tratta di una gigantesca marchetta natalizia per vari prodotti, ma il pubblico in studio non è certo lì per fare un’aspra critica al consumismo. Il pubblico in studio potrà portare a casa i vari gingilli consigliati da Oprah e ciò causa fenomeni di isteria collettiva – ritratti in maniera esilarante e realistica in un vecchio sketch di SNL. Conan O’Brien reinventa lo scenario aggiungendo delle api, ilarità ne consegue. (video)

Quando usarla: Be’, questa è perfetta per tutte le brutte sorprese o chi vi ha fatto un orrido regalo per Natale. Se avreste preferito ricevere una scatola piena d’api anziché quello spremiagrumi elettrico, la GIF di cui sopra è il modo migliore per dire “non ti dovevi disturbare”.

10. Céline Dion, Animated Woman

Il contesto: In un’intervista chez Oprah a febbraio, Céline viene ufficialmente proclamata Donna Più Giffabile del Mondo. (video)

Quando usarla: C’è solo l’imbarazzo della scelta. Come potete vedere nella galleria qui sopra, le GIF della Dion contengono l’intera gamma delle emozioni umane.

9. Gaga e gli alani

Il contesto: In quasi tutti i video di Lady Gaga ci sono degli alani (sapevatelo) e uno degli alani di “Poker Face” è passato a miglior vita (RIP Rumpus). Nell’immensità di GIF dedicate alla Germanotta, questa serie di immagini presa da un vecchio video che non ricordo, sembra avere particolare successo perché…

Quando usarla: …è sinonimo di “haters gonna hate”.

8. Steve Carell, “I will kill you”

Il contesto: Alla cerimonia dei Golden Globes, Ricky Gervais fa una serie di battute a proposito della versione americana di The Office. Carell, inquadrato tra il pubblico, la prende bene. (video)

Quando usarla: Mi sembra di non dovere aggiungere altro.

7. Mo’Nique vs. Salad

Il contesto: Quest’anno, Mo apostrofo Nique ha vinto una vagonata di premi per il suo ruolo in Precious, e ne merita altri per questa GIF.

Quando usarla: “Non è proprio fame, è più voglia di qualcosa di buono.”

6. Sad Keanu


Il contesto: Sad Keanu è il meme migliore dell’anno. Tutto ha inizio quando l’attore viene paparazzato su una panchina mentre mangia un panino con aria affranta. Tenendo in considerazione che Keanu non è mai stato particolarmente fortunato nella sua vita privata e che pare sia un bro simpaticissimo, l’Internet si intenerisce e stabilisce che il 15 giugno è Cheer Up Keanu Day. Nel frattempo, l’attore, consapevole o forse no, viene fotografato in contesti sempre meno hollywoodiani (qui sopra abbiamo Cupcake Keanu), dando vita a centinaia di photoshoppaggi, GIF e meme dentro al meme.

Quando usarla: Perché usare due punti aperta parentesi, quando c’è Sad Keanu?

5. Dramatic Bieber

Il contesto: Il primo d’aprile, Funny or Die organizza un elaboratissimo scherzo per celebrare l’onnipresenza di Biebz nel web. La home page del sito viene completamente bieberizzata, con tanto di header frangettato e una valanga di contenuti video in cui la giovane postar reinterpreta alcuni classici virali. Dramatic Bieber, ça va sans dire, è la ciliegina sulla torta. (video)

Quando usarla: In qualsiasi contesto che richiederebbe Dramatic Chipmunk, ma c’è bisogno di un 100% di frangettona in più.

4. Mariah

Il contesto: A fine 2009, Mariah Carey viene intervistata da Larry King e, tra una “dichiarazione choc” e l’altra, si annusa il décolleté. (video)

Quando usarla: Una GIF versatilissima. Può essere usata come sinonimo di “check yourself” (la mia pagliuzza vs la tua trave nell’occhio, ecc.), per intromettersi in un’assurda discussione o semplicemente per provocare LOLLONI.

3. How LOST Should Have Ended


Il contesto: L’ultima stagione di LOST si conclude in un crescendo di assurdità panreligiose e qualcuno immagina il finale ideale. Perché avremmo veramente tutti preferito che fosse finito così.

Quando usarla: Mai, è solo un doloroso promemoria del tempo che ci hanno rubato.

2. Animated Albums


Il contesto: A maggio, esplode il fenomeno di Animated Albums, un tumblr che anima (spesso con risultati molto divertenti) le copertine di dischi belli. Finisce praticamente su tutti i siti che contano e, a sette mesi di distanza, va ancora fortissimo. Motivo d’orgoglio in più: il creatore è un italiano.

Quando usarla: La GIF di Homogenic è la mia preferita ed è forse la responsabile del successo iniziale del sito, ma c’è un’infinità di album per tutti i gusti e tutte le occasioni.

1. Kanye Is Not Amused

Il contesto: Kanye ci dimostra che sa ridere come un vero essere umano, ma riesce a cambiare stato d’animo con maggiore rapidità di noi.

Quando usarla: La GIF d’eccellenza per la risata di circostanza.

Ne ho dimenticato qualcuna? Sicuramente sì. Postala tu nei commenti.