Torna la compila di Pop Topoi: la calda estate scandinava

L’anno scorso ho scritto una specie di epitaffio al Festivalbar e le sue compilation. Ispirandomi alla tradizione delle raccolte blu e rossa, vi ho fornito la compila viola. Due canzoni su 14 sono poi diventate successoni globali (“Video Games”, “Somebody That I Used To Know”), mentre un’altra si sta imponendo solo ora in mezza Europa grazie a uno spot (“Too Close” di Alex Clare). Non male, no? Quindi, anche quest’estate, voglio esercitare l’immenso potere dei miei nastroni per promuovere alcune buone cause musicali.

Ricordate il 1997? Due parole: Il ciclone. Il successo del film natalizio di Pieraccioni trascinò i suoi piripi, le sue estrade e i suoi talismani fino all’estate successiva, tanto che il Festivalbar fece la compilation latina. Dato che da queste parti quella musica è NO, perché non celebrare invece quelle nazioni che ci forniscono tanto pop di qualità e mobili a prezzi stracciati? Ne La calda estate scandinava, presento 14 artisti nordici che non sempre varcano i loro glaciali confini. Mentirei dicendo che ci troverete spensierate canzoni estive (del resto “Vengono da tristezze artiche / Nei locali cercano forme di ye-yé”), ma spero vi piaceranno. In basso, qualche parola sulle scelte.

Lykke Li, “Come Near”

Iniziamo subito con un nome famoso così non spaventiamo nessuno. Lykke non ha certo bisogno di presentazioni e, se ancora non la conoscete, fuori di qui. E mentre uscite, andatevi a comprare Wounded Rhymes. “Come Near” è arrivata col Record Store Day 2012, quindi l’iniziativa a qualcosa è servita.

Amanda Mair, “House”

Quando sento Amanda Mair, penso che ogni nazione ha la Franceschina Michielin che si merita. Le due sono praticamente coetanee, solo che alla Michielin toccano gli scarti di Elisa, mentre Amanda ha appena pubblicato un primo album originale e raffinato.

Saint Lou Lou, “Maybe You”

Di loro si sa solo che sono gemelle, sono svedesi e hanno fatto questa foto promozionale un po’ scosciata. “Maybe You” è sparita da Soundcloud alla velocità della luce, quindi non si capisce bene cosa stia succedendo. Fatto sta che è una delle canzoni più tristi e squisite che si siano sentite negli ultimi tempi.

Choir of Young Believers, “Hollow Talk”

I Choir of Young Believers si sono imposti apparendo nella sigla della serie poliziesca svedese-danese Bron/Broen. Se l’avete vista, non potete non associare questa canzone a cadaveri squartati e crimini efferati. Il loro album del 2012 è piuttosto anonimo, ma che ci frega, teniamoci questa meraviglia datata 2009.

jj, “Beautiful Life”

Questa è per gli amici indie. Ciao amici indie. Visto, vi ho messo la coppietta che fa le canzoni dilatate con un sacco di riverbero.

Wolf Box, “Mirror Wisdom”

Wolf Box è il bellissimo nome d’arte che Isabel Guzman ha scelto per promuovere il suo etereo dream pop. In “Mirror Wisdom” dice di voler correre come una tigre e ballare come una go-go girl. Se non è saggezza questa…

Faye, “Water Against The Rocks”

Fanny (Faye) Hamlin iniziò a cantare in una girlband svedese chiamata Play quando aveva appena 12 anni. Dopo qualche tour con Destiny’s Child e ‘N Sync, a 15 anni lasciò il gruppo e si dedicò alla scuola. E qui c’è già abbastanza materiale per una biografia niente male. Quest’anno è tornata con un’etichetta indipendente e una ballata elettronica intensa in cui, a un certo punto, l’acqua s’infrange sugli scogli – letteralmente.

Kate Havnevik, “Disobey”

Dopo poche sillabe, penserete subito: “ma questa è Imogen Heap”. Sì, sembrano praticamente la stessa artista. Come se non bastasse, anche la Havnevik è prodotta da Guy Sigsworth, quindi l’effetto Frou Frou è garantito. Tuttavia, dato che non è che ci sia questa abbondanza di copie di Imogen Heap, il suo ultimo album YOU si ascolta con grande piacere.

Zhala, “Slippin Around”

Ok, questa canzone inizia con un minuto di urla di Tarzan, ma se avete la pazienza di continuare ad ascoltare, troverete la Santigold scandinava.

Niki & The Dove, “Gentle Roar”

Per quanto tempo abbiamo aspettato il primo album dei Niki & The Dove? Non poi così tanto, ma gli anni di hype sono come gli anni dei cani. Instinct non ha deluso, questa è la mia preferita.

Soso, “Who’s Gonna Love Me”

Sul suo Soundcloud si legge: “la faccia di Monica Bellucci, la voce di Robyn e il cuore spezzato di Adele”. Io ci andrei un po’ più piano, ma Sophia Somajo ha di certo un gran potenziale e ballate synthpop particolarissime. Tipo che qua e là sembra di sentire una Sugababe cantare su una base dei NIN. Il suo album si scarica gratis qui.

Beatrice Eli, “The Conqueror”

Beatrice, svedese trapiantata a Londra est, è entrata nelle grazie di un po’ di DJ influenti come Annie Mac di BBC Radio. E tutto questo con un unico, eccezionale singolo che vi farà dire “Charli XCX?”

iamamiwhoami, “In Due Order”

Quando parlo del progetto multimediale di Jonna Lee, mi si illuminano gli occhi e anche le orecchie. L’ho già lodata ampiamente scrivendo della cronologia del fenomeno su Grazia e la mia opera di evangelizzazione continua in attesa dell’album.

Icona Pop, “I Love It”

Bella mossa mettere l’unico pezzo allegro in fondo, quando ormai se ne sono già andati tutti. Caroline e Aino si sono fatte notare aprendo i concerti di Marina, sono apparse sulla compilation di Kitsuné e ora anche Pitchfork è impazzito per loro. Voi cosa aspettate? In un mondo perfetto, questo pezzo spensierato e caciarone al retrogusto di Solveig sarebbe il tormentone dell’estate.