Guida definitiva agli artisti che periodicamente ci vengono presentati sugli schermi italiani come grandi nomi internazionali mentre con una rapida ricerca si scopre che se li fila solo l’Italia.
Il numero di Sarah Jane Morris è da sempre nella rubrica degli organizzatori di Sanremo quando “…e adesso chi chiamiamo per i duetti internazionali?” (o meglio: “Chi è che non ci darà buca?”). Ce l’hanno in speed dial da una decina d’anni: è apparsa all’Ariston nel ’90 con Riccardo Fogli, nel ’91 con Riccardo Cocciante, nel 2006 con Simona Bencini e nel 2012 con Noemi. Nel 2011 si è anche fatta un Natale in Vaticano.
Ma starsene a casa sua? In realtà Sarah J si divide equamente tra jazz club inglesi e italiani: l’ho scoperto sul suo sito ufficiale, che vi consiglio di visitare se avete nostalgia di Geocities. Certo, una prima serata televisiva in patria se la può sognare.
Il punto più basso? Dopo certi Sanremo, è tutta in discesa salita.
·
Agli MTV Days del 2012 feci tre foto in sequenza a Gary Go che arrivava, salutava i giornalisti e se andava. Le postai su Twitter coi titoli “Gary Come”, “Gary Stay”, “Gary Go”. DAI, FACEVA RIDERE UN SACCO. Insomma, il cantante inglese in patria non ha mai superato la top 20, mentre in Italia la sua “Wonderful” (meglio conosciuta come “Seaaeeeeh”) raggiunse la sesta posizione. Sempre grazie a un italiano, ha vinto 1/3 di Grammy (cantava in “Cinema” di Benny Benassi, remixata da Skrillex). Negli ultimi tempi ha fatto un corto.
Ma starsene a casa sua? Per ora non ci ha dato così fastidio, dai.
Il punto più basso? Morandi: “Sembrate molto affiatati voi due, vi conoscete da tempo?”, Emma: “No, da oggi, abbiamo pranzato insieme”.
·
Il primo disco solista di Dolores O’Riordan è andato meglio in Italia (2°) che in Irlanda (15°), mentre il secondo ha schivato la top 20 ovunque tranne che in Italia (6°). È il volere di Dio, perché Dolores ha partecipato a quattro concerti in Vaticano e ci tornerà anche quest’anno.
Ma starsene a casa sua? L’ultimo disco dei Cranberries in realtà è andato abbastanza bene in Europa e Canada. E Dolores viene in Italia solo per incontrare i papi o i sangiorgi.
Il punto più basso? “Zombie” a Sanremo 2012: il suono degli anni novanta che muoiono.
·
I Gipsy Kings non hanno davvero bisogno di presentazioni: sono un brand così solido da avere due formazioni per massimizzare le esibizioni in giro per il mondo. Sanremo, Miss Italia, Natale in Vaticano: immaginate quanti soldi dei contribuenti sono andati a finanziare i medley di questo gruppo nel corso della storia della televisione italiana. Tuttavia, nel 2010 hanno inciso la canzone portante di Toy Story 3 in spagnolo.
Il punto più basso? Una collaborazione con Gigi nel 2008. Evito di linkarvela.
·
La carriera di Lola Ponce è cominciata con un musical di Cocciante ed è continuata con Giò Di Tonno. Curiosità: è l’unica straniera ad avere vinto un Festival. Seguono: altri musical, colonne sonore di film italiani, Mai Dire, un video in italiano girato da Morbioli che su YouTube viene caricato dalla sua casa discografica col titolo con titolo malizioso.
Ma starsene a casa sua? Nel 2010 ha partecipato alla versione argentina di Ballando ed è arrivata sedicesima.
Il punto più basso? Se il punto più alto è quella vittoria al festival…
·
Lungi da me disdegnare Skye, ma la signora dovrebbe sapere dire no alle proposte che le arrivano dall’Italia. Era partita bene, inaugurando la carriera solista con un bel duetto con Alice nel ’98, e ha fatto belle cose anche fuori dai Morcheeba. Poi le è toccato fare di tutto: la promozione dell’ottimo Back to Now nel 2012 l’ha portata a cantare per il Papa, per Nina Zilli e per Davide Merlini a X Factor 6.
Ma starsene a casa sua? Tra gli artisti di questa lista, Skye è il miglior acquisto. Ma non umiliamo il suo talento.
Il punto più basso? “Rome Wasn’t Built in a Day” con Davide. Il suo imbarazzo era evidente.
·
Noa è più conosciuta per i suoi impegni umanitari che musicali. E non c’è nulla di male, anzi, ma sapreste nominare una sua canzone oltre a quella de La vita è bella? Ecco, no(a). Si è fatta due Sanremo (da concorrente nel 2006 con Carlo Fava, da ospite nel 2012 con Finardi) e quattro Natali in Vaticano; ha cantato con Bocelli, Ranieri, Zucchero e Napolitano. Quest’ultimo l’ha fatta Cavaliere della Repubblica nel 2006.
Ma starsene a casa sua? Deve viaggiare come ambasciatrice di pace.
Il punto più basso? L’album di canzoni napoletane nel 2011.
·
L’accoglienza che riserviamo a Patti Smith è sempre oltremodo calorosa: fa concerti in giro per la penisola tutte le sante estati. La televisione segue a ruota: probabilmente una sua ospitata costa meno dell’ultima delle popstar e il rendimento è massimo. Ma guardando i numeri, sorge il sospetto che il suo status di icona sia più percepito che reale: l’ultimo album è piaciuto alla critica, ma negli Stati Uniti si è fermato alla 57°, mentre in Italia è arrivato 9°. Non vede la top 20 di Billboard dal ’79.
Ma starsene a casa sua? Teniamocela stretta ché le sue vacanze fanno girare l’economia di tutto il paese.
Il punto più basso? “Because the Night” con Carrà, Cocciante, Noemi e Pelù a The Voice. Peraltro era la meno intonata dei cinque.
·
Amii Stewart (vero nome: Amy) è la capostipite del gruppo, è la vera fondatrice di questo club di popstar internazionali finanziate esclusivamente dall’Italia. Dopo una numero uno americana nel ’79 (l’eterna cover disco di “Knock on Wood”), Amii ha trovato l’America a Monghidoro. “Grazie perché” con Gianni Morandi fu una hit nell’83 (da notare anche il video con un centinaio di cambi scena e cambi d’abito) e da quell’anno Amii non si è fatta mancare niente: Natale in Vaticano ’93 e ’94, il reboot di Fantastico nel ’97, un duetto con Piero Mazzocchetti a Sanremo 2007, per poi tornare sul luogo del delitto con una recente partecipazione a Morandi Live in Arena.
Ma starsene a casa sua? Vive in Italia dai primi anni ottanta.
Il punto più basso? “Sunshine Girl” feat. Gabry Ponte (2013).
·
Può sembrare che gli Skunk Anansie si siano sciolti all’apice del loro successo, ma Post Orgasmic Chill andò maluccio nel Regno Unito (posizione più alta, manco a dirlo, in Italia: 2°). La band iniziò a imborghesirsi partecipando a Pavarotti & Friends nel 2000 e Skin, non contenta, nello stesso anno cantò “Stagioni d’amore” per il Rent di Nicoletta Mantovani. E indovinate quale paese accolse meglio la sua carriera solista? Entrambi gli album hanno raggiunto solo la top 10 italiana. A questi si aggiungono le (belle) collaborazioni con Marlene Kuntz e Boosta, una colonna sonora per Silvio Muccino e qualche diplomatica comparsata da giudice a X Factor. Con la reunion degli Skunk Anansie nel 2009, la situazione è invariata: l’Italia è l’unico territorio in cui accedono non solo alla top 10, ma perfino alla top 3.
Ma starsene a casa sua? Ora che gli Skunk Anansie sono passati alla Carosello con questi risultati, sono destinati a restare.
Il punto più basso? Il duetto con Emis Killa.